Archivio categoria 'Ricerca'

Nuovo orologio atomico raggiunge i 100 quadrilioni di precisione al secondo

Un team di ricercatori dell’Università di Tokyo ha messo a punto un nuovo tipo di orologio atomico ottico che vanta 100 quadrilioni di precisione al secondo (un quadrilione è composto da un numero a 15 zeri). L’orologio è frutto della mente geniale del prof. Hidetoshi Katori che dichiara che il suo dispositivo osserva un milione di atomi contemporaneamente, mentre i convenzionali orologi atomici misurano il tempo utilizzando singoli atomi.
L’idea è quella di utilizzare eventualmente il nuovo orologio per migliorare il sistema GPS (che si basa su orologi atomici a 14 o 15 cifre di precisione); il super orologio potrebbe anche essere impiegato per prevedere i terremoti.



Un dispositivo portatile in grado di rilevare tracce di antrace

Ricercatori della Cornell University e della University of Albany hanno recentemente presentato un dispositivo portatile in grado di rilevare la presenza, anche di una piccola quantità, di spore di antrace, il tutto nel giro di appena un’ora di analisi. Il rilevatore misura circa 3 centimetri, ed è abbastanza compatto da poter essere integrato nel vano portaoggetti di un aereo. Questo dispositivo portatile in grado di rilevare l’antrace può anche essere potenzialmente modificato per rilevare altri agenti patogeni come la salmonella, oppure utilizzato come strumento di DNA forense. Fonte


Occhiali bionici con tecnologia di smartphone e console di gioco

Ricercatori della Oxford University hanno iniziato lo sviluppo di occhiali bionici che contengono la tecnologia che si trovano comunemente nelle console di gioco e smartphone. Il dr. Stephen Hicks, del Dipartimento di Neurologia Clinica dell’Università di Oxford, a capo del progetto, e un team di ricercatori di Oxford, hanno così messo a punto questi particolari occhiali che potrebbero aiutare le persone con degenerazione maculare e retinopatia diabetica. Gli occhiali utilizzano la medesima tecnologia impiegata in videocamere, con riconoscimento del volto, software di monitoraggio, impiego di sensori di profondità e rilevatori di posizione. “Vogliamo essere in grado di migliorare la vista di coloro che l’hanno persa o che riescono a vedere ben poco o quasi nulla”, ha dichiarato Hicks. I gli occhiali hi-tech integrano anche un OCR che traduce il testo letto dalle telecamere in parole pronunciate da opportuni auricolari. Hicks ha aggiunto che ci vorrà un po’ di tempo affinché la gente si abitui a questo nuovo tipo di tecnologia, ma ritiene che il gioco varrà la candela; una volta entrati in produzione, si stima che gli occhiali avranno un costo approssimativo di circa  un costo di circa 550 euro. Fonte

Nuovi studi sui telefoni cellulari non rivelano chiari legami con l’insorgere dei tumori

Diversi recenti studi, avevano asserito che i telefoni cellulari possono causare diversi problemi di salute: infertilità maschile e possibili effetti negativi sull’attività cerebrale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità addirittura ha definito i telefoni cellulari cancerogeni tanto quanto lo sono i fumi di scarico di un motore, del piombo e del cloroformio. Nonostante questo, ricercatori degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Svezia hanno condotto una revisione di questi studi già pubblicati, deducendo che, in definitiva, non ci sono chiari legami tra insorgere dei tumori e uso del telefono cellulare. Anthony Swerdlow, team leader dello studio, ha esaminato i risultati del più grande studio effettuato in merito, pubblicato lo scorso anno. Questo particolare studio ha preso in considerazione 13.000 utenti di telefoni cellulare per un periodo di 10 anni. Dopo aver esaminato lo studio, ​​Swerdlow ha concluso che  questi aveva problemi di ordine metodologico, perché si è basato essenzialmente su interviste nelle quali veniva chiesto ai partecipanti di ricordare l’uso del telefono in un periodo molto remoto, molte delle risposte date, quindi, risultavano approssimative. Swerdlow e il suo team ha così scoperto che gli studi condotti in tutto il mondo 20 anni dopo l’introduzione dei telefoni cellulari e 10 anni dopo la loro diffusione, non hanno mostrato un aumento dei tumori cerebrali. “Anche se rimane ancora qualche incertezza, l’andamento delle prove finora effettuate, protendono sempre più contro l’ipotesi che l’uso del cellulare può causare tumori al cervello negli adulti”, si legge in una nota rilasciata dal team di ricerca. Fonte

Il robot è più realistico se usa la pelle elettronica

I ricercatori del CoTeSys Cluster Excellence presso la Technische Universität München (TUM) hanno creato una sorta di “pelle elettronica” che permette ai robot che la impiegano di percepire la temperatura esterna e il tocco di una persona. Philip Mittendorfer, scienziato presso l’Istituto dei Sistemi Cognitivi a TUM, e Gordon Cheng, professore presso l’Istituto dei Sistemi Cognitivi alla TUM, hanno sviluppato l’innovativa pelle composta da sensori a infrarossi; i potenti sensori impiegati riescono a individuare anche un piccolo tocco, e captare condizioni esterne come possono essere la brezza o il calore dal sole. La pelle sintetica è inoltre dotata di sei sensori di temperatura e un accelerometro, che permettono al robot di registrare il movimento degli arti individuali. I segnali provenienti dai sensori vengono elaborati da un computer, che permette ad ogni modulo sensoriale di gestire le proprie informazioni. La pelle non è ancora completa, ma 15 sensori su un piccolo pezzo di pelle prototipo hanno dimostrato che funziona alla perfezione. Ad esempio, un tocco di luce rivolto sulla pelle fa sì che il braccio del robot reagisca. Fonte

Nuova lega crea elettricità dal calore residuo

Un nuovo passo verso l’energia elettrica ecologica è stato fatto attraverso la scoperta di una nuova lega (multiferroic Ni45Co5Mn40Sn10) in grado di convertire direttamente il calore in elettricità. Richard James, professore a capo dello studio presso l’Università del Minnesota (facoltà di ingegneria aerospaziale e meccanica), in collaborazione con alcuni post dottorandi, hanno individuato la particolare lega che potrebbe servire, a ad esempio, per trasformare i gas di scarico di un’automobile in energia elettrica da riutilizzare, magari proprio per caricare le batterie della stessa automobile elettrica. Il materiale è stato creato attraverso la combinazione di elementi a livello atomico. Questo ha portato allo sviluppo di una nuova lega “altamente reversibile”, fase in cui un solido si trasforma in un altro solido; durante questa trasformazione, le sue proprietà magnetiche cambiano, producendo energia elettrica in una bobina. Una parte del calore recuperato è perso attraverso l’isteresi, ma i ricercatori hanno trovato un modo per ridurre questo processo. Lo studio è stato pubblicato sul magazine scientifico Advanced Energy Materials. Fonte e approfondimenti

Ricercatori riescono ad accendere o spegnere memoria nei ratti

I ricercatori della University of Southern California (USC) hanno trovato un modo per attivare e disattivare i ricordi nei ratti. Theodore Berger, a capo dello studio, della USC Viterbi School of Engineering (Dipartimento di Ingegneria Biomedica), e Sam A.Deadwyler, della Wake Forest University (Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia), hanno progettato un modo che permette loro di attivare o disattivare la memoria dei ratti, a mo’ di interruttore della luce. Utilizzando particolari agenti farmacologici, i ricercatori sono stati in grado di bloccare o attivare le normali interazioni tra le aree spaziali CA1 e CA3 dell’ippocampo, interazioni che  creano la memoria a lungo termine. I ricercatori  sperano che tale studio possa essere di supporto per il trattamento di malattie come l’Alzheimer. Fonte e approfondimento

Troppa TV favorisce diabete e malattie cardiache

Un nuovo studio condotto presso la Harvard School of Public Health ha messo in evidenza il legame tra la visione prolungata della TV e la comparsa di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e, finanche, la morte prematura. Gli europei spendono in media 40% del loro tempo quotidiano libero davanti al televisore; gli australiani, il 50%. Ciò significa mediamente 3-4 ore al giorno. Niente in confronto al popolo americano, che porta una media di 5 ore al giorno. Il prof. Frank Hu e il dottorando Anders Grøntved, hanno analizzato tutti gli studi pubblicati dal 1970 al 2011, con dei risultati che parlano abbastanza chiaro: più di due ore di visione della TV al giorno aumentano il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Prolungare la visione per un’altra ora al giorno può significare anche morte prematura. Per ogni ulteriori due ore di visione, il rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e mortalità prematura sale rispettivamente al 20, 15, e 13 per cento. Fonte e approfondimenti

Il primo cuore artificiale che non conferisce battito al paziente

La ricerca del perfetto cuore artificiale sembra senza fine. Dopo decenni di tentativi ed errori, i chirurghi rimangono ostacolati nella loro ricerca di una macchina che non si usuri e che non causi formazioni di coaguli e infezioni. Intanto, i prof. Billy Cohn e Bud Frazier presso il Texas Heart Institute, hanno dichiarato di essere riusciti a mettere a punto una macchina, in grado di far funzionare l’organismo umano grazie a delle pompe centrifughe, che conferiscono al cuore artificiale uno strano primato: il primo cuore a non avere battito. “Se ascolti il torace con uno stetoscopio, non si sente nessun battito del cuore”, dice Cohn. “Se esaminate le arterie, non c’è alcun impulso. Se operate un elettrocardiogramma, avrete un tracciato piatto”. Il primo esperimento di impianto del nuovo cuore artificiale è stato compiuto su un vitello, al quale ne sono seguiti altre 37; a marzo, poi, Cohn e Frazier hanno impiantato il dispositivo su un paziente umano. Hanno scelto Craig Lewis, un cinquantacinquenne che stava morendo da amiloidosi, il suo cuore era così danneggiato, chi medici gli avevano dato altre sole 12 ore di vita, e così, su consenso della moglie si è proceduto con l’impianto dell’innovativo cuore artificiale. Craig Lewis è morto nel mese di aprile, anche se i medici dicono che il suo cuore artificiale ha funzionato perfettamente, la malattia purtroppo ha danneggiato fegato e reni, portando il paziente a una inesorabile morte. Anche se c’è ancora molto lavoro da fare, Frazier si dice fiducioso sul futuro del nuovo cuore artificiale. Fonte

Ingrediente contenuto nelle mele mantiene muscoli forti

Alcuni ricercatori, al fine di prevenire l’atrofia muscolare che interviene a seguito di alcune malattie o con l’avanzare dell’età, hanno scoperto che un composto naturale contenuto nelle mele, potrebbe essere il giusto ritrovato per porre rimedio all’annoso problema. Nella fattispecie, la componente chiave, l’acido ursolico (triterpene policiclico, che viene anche estratto dalle foglie del rosmarino), si troverebbe nella buccia delle mele. Per giungere a tale conclusione, i ricercatori dell’Università dello Iowa, guidati dal prof. Christopher Adams, hanno eseguito una serie di test su alcune cavie; quando l’acido ursolico è stato aggiunto al cibo dei topolini da laboratorio, per un periodo di settimane, i loro muscoli sono cresciuti sensibilmente. I topolini hanno anche manifestato un fisico più tonico e un livellamento generale dei livelli di glucosio, colesterolo e trigliceridi. Non è ancora chiaro se i medesimi positivi effetti possano dare gli stessi benefici all’uomo, in tal senso il gruppo di lavoro sta proseguendo la ricerca. Nel frattempo, il motto “una mela al giorno leva il medico di torno”, sembra conquistate un altro punto a suo favore. Fonte

Nuovo ritrovato per favorire il consolidamento delle fratture ossee

Le cellule staminali mesenchimali arricchite con IGF-1 (Il fattore di crescita insulino-simile) aiutano a guarire le fratture delle ossa con difficoltà a saldarsi. Si stima che negli USA si verifichino ogni anno almeno 7,9 milioni di fratture ossee con un costo approssimativo di 70 miliardi di dollari in spese sanitarie. Di queste, circa il 10-20% non si saldano. Per risolvere questo problema, i ricercatori della University of North Carolina e della Chapel Hill School of Medicine hanno combinato di cellule staminali con un ormone (IGF-1), ottenendo una soluzione in grado di far rinsaldare le ossa che generalmente stentano a consolidarsi. I ricercatori hanno appurato che i topi trattati con le cellule staminali arricchite con IGF-1 hanno offerto risultati migliori rispetto a quelli trattati con semplici cellule staminali o non trattati affatto. “Prevediamo un uso clinico combinato di cellule staminali mesenchimali e IGF-1 simile al metodo impiegato nel trapianto di midollo osseo”, ha dichiarato la prof. Anna Spagnoli (professoressa associata di pediatria e di ingegneria biomedica), a capo del gruppo di ricerca. “Penso che questo trattamento potrà essere impiegato da qui a pochi anni.” Fonte.

Radiazioni nucleari possono influire sul sesso del nascituro

Alcuni ricercatori dell’Helmholtz Zentrum München, hanno scoperto che a lungo termine, l’esposizione alle radiazioni nucleari portano a un aumento delle nascite maschili rispetto a quelle femminili. I ricercatori Scherb e Voigt hanno studiato coloro che vivono, o hanno vissuto, vicino a impianti nucleari, così come le zone colpite dalle radiazioni emesse dalle bombe atomiche di test prima del Trattato che ne bandisse l’uso nel 1963. In tutti i casi esaminati, è emerso che le nascite maschili sono state di gran lunga superiori a quelle femminili. In realtà, i ricercatori hanno scoperto che c’è stato un aumento delle nascite di sesso maschile in Europa nel 1987, un anno dopo il disastro di Chernobyl. Gli Stati Uniti, che non sono stati colpiti dal disastro nucleare, non ha subito lo stesso cambiamento delle nascite a prevalenza maschile. Inoltre, lo studio ha trovato che coloro che vivono entro 22 miglia da impianti nucleari in Germania e Svizzera hanno avuto un maggiore tasso di natalità dei neonati di sesso maschile. I ricercatori ritengono che una tale alterazione delle nascite, sia stata causata da radiazioni ionizzanti provenienti da attività nucleari; tali radiazioni possiedono caratteristiche mutagene e possono influire negativamente sulla riproduzione. “Il nostro risultato contribuisce a smentire la credenza stabilita e prevalente che le radiazioni non incidano sul pool genetico delle future generazioni”. Lo studio è stato pubblicato sul magazine Environmental Science and Pollution Research. Fonte e approfondimenti

Nuovo record per il trasferimento dati: 26 terabit al secondo

Ricercatori tedeschi del Karlsruhe Institute of Technology hanno raggiunto una velocità di trasferimento dati fino a 26 terabit al secondo, consentendo un completo trasferimento dei contenuti di Wikipedia in pochi secondi. Wolfgand Freude, a capo del progetto, ha spiegato che l’idea si basa sulle diverse lunghezze d’onda dei colori emessi da un fascio laser. I diversi colori interagiscono tra loro per creare un “pettine di frequenze”, ciascuno contenente il proprio flusso di dati. Per compiere l’esperimento sono stati impiegati 50km di fibre ottiche, facendo scorrere all’interno delle stesse un singolo fascio laser di luce; ed è proprio qui che sta la vera novità, infatti, precedenti esperimenti, per raggiungere tali velocità, hanno impiegato fino a 370 laser, con un consumo energetico molto elevato e un ingombro fisico davvero elevato. Freude ipotizza che questa scoperta potrebbe trovare vasto impiego anche sull’hardware di PC. Fonte

Nuova tecnica permette di ridurre drasticamente le cicatrici chirurgiche

Scienziati della Stanford University hanno messo a punto un dispositivo in grado di ridurre notevolmente il tessuto cicatriziale dovuto alle incisioni chirurgihe. In seguito a una sutura, il tessuto circostante tende a convogliare verso i punti di sutura, creando una sorta di addensamento del tessuto. La nuova tecnica, tende a ridurre la tensione che spinge la pelle verso i punti di sutura, riducendo drasticamente la formazione di cicatrici. “Ho iniziato a lavorare su questo progetto venti anni fa, quando ero stagista presso il Massachusetts General Hospital”, ha dichiarato Geoffrey Gurtner, uno degli autori dello studio e professore associato di chirurgia. “Ho capito subito che non avremmo mai potuto risolvere il problema delle cicatrici con gli attuali strumenti e tecniche chirurgiche”. I ricercatori pensano che la nuova medicazione potrà essere utilizzata non solo per ridurre le cicatrici da incisioni, ma anche per “riparare” le cicatrici create da precedenti operazioni chirurgiche. Per effettuare i test, sono stati impiegati dei suini, la cui pelle è molto simile a quella degli umani. Si è quindi appurato che la nuova tecnica, permette di ridurre un’area di cicatrici causate da un’incisione di circa 1 pollice, di ben sei volte. Ora si passera a una seconda fase che prevede il test su un campione di essere umani. Fonte e approfondimenti

L’uso del cellulare potrebbe influenzare la fertilità maschile

Un team di ricercatori internazionali ha scoperto che l’uso del telefono cellulare potrebbe avere effetti negativi sulla fertilità degli uomini. Il prof. Rany Shamlùl, a capo del team che ha eseguito la ricerca nel Dipartimento di Farmacologia e Tossicologia presso la Queen’s University, insieme a un team di ricercatori statunitensi e austriaci, ha scoperto che maschi utenti di telefoni cellulari hanno una minore qualità dello sperma rispetto ai maschi che non fanno uso di telefoni cellulari. Lo studio è stato condotto prendendo in esame una 2000 pazienti di una clinica austriaca dell’infertilità, prendendo come arco temporale di riferimento il periodo tra il 1993 e il 2007. Dopo aver studiato lo sperma raccolto i ricercatori hanno scoperto che gli uomini che hanno usato regolarmente i cellulari avevano più alti livelli di testosterone circolante, ma bassi livelli di ormone luteinizzante, ovvero un ormone chiave nella fase riproduttiva. I risultati non sono comunque esaustivi, i ricercatori hanno infatti bisogno di ulteriori ricerche per determinare se è veramente l’uso del telefono cellulare a causare la diminuzione della qualità dello sperma, oppure la questione è legata ad altri fattori. Fonte e approfondimento

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