Ha dell’incredibile quello che è accaduto a Mike Connelly, un cinquantaseienne americano che, dopo aver subito un arresto cardiaco, giaceva in coma da 96 ore, un coma irreversibile tanto che la sua famiglia aveva autorizzato i medici del Tri-City Medical Center a “staccare la spina”. Ma a un certo punto, qualcuno della famiglia al suo capezzale ha notato scivolare sulla guancia del paziente una lacrima , subito dopo l’uomo si è alzato dal letto e ha iniziato a camminare per i corridoi del nosocomio, così come se nulla fosse accaduto. I medici non hanno spiegazioni su come ciò possa essere possibile, le condizioni mediche del paziente, precisa il dott. Martin Nielsen, erano disperate, un caso senza nessuna speranza, eppure il miracolo è avvenuto. Sebbene il suo cervello sia “morto” per diversi minuti, il lo stesso ha ripreso a funzionare in modo perfetto. Il 31 gennaio Loris, la moglie di Connelly ha trovato il marito in poltrona in preda a un attacco cardiaco, ha quindi chiamato i paramedici che accorsi hanno appurato lo stop dei battiti cardiaci e delle respirazione, hanno quindi praticato le consuete pratiche di defibrillazione per 35 minuti, ottenendo così un flebile battito. Per oltre mezz’ora, quindi, il cervello è stato privo di ossigeno, quando è riconosciuto che già 4 minuti senza ossigeno bastano per provocare danni cerebrali irreversibili. Giunto al Tri-City Medical Center, i medici hanno deciso di indurre Connolly in ipotermia, abbassando drasticamente la sua temperatura corporea, pratica che studi clinici hanno dimostrato essere importantissima per ridurre i danni cerebrali. Dopo 24 ore hanno quindi indotto in coma il paziente, purtroppo appurando che lo stesso subiva ripetute convulsioni, segno che il paziente non è in corso di recupero. Quando la famiglia si è preparata al peggio, ecco il miracolo. Fonte